forze occulte e fantasmi della mente

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Nosso Lar (la nostra dimora)
è un film molto interessante e penso che
possa portare a tante riflessioni



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Imparare vuol dire cambiare
(source: Siddharta Gautama detto il Buddha)

La coscienza cosmica è la massima espressione del sentire cosmico,
la quale precede immediatamente la Coscienza Assoluta che è Dio.
La coscienza cosmica abbraccia l'intera realtà cosmica.
Ogni essere del Cosmo ha, al vertice della sua esistenza, la coscienza cosmica.


Per ampliare il sentire di coscienza si metterà in moto la legge di causa ed effetto
con la lezione karmica che davvero ognuno si merita, con tutta la dolcezza dell'Amore Cosmico,
poi . . .


Osiride o si Piange



La parola è sacra come il suono AUM

Karma: la legge di Causa ed Effetto

Come dicono i tibetani, su questo pianeta
vige la legge dell'impermanenza.


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Monaco Tibetano

A colui che percepisce l'impermanenza si manifesta chiaramente la
percezione della inconsistenza e mancanza di un io. E in chi
percepisce questa inconsistenza, l'egoismo viene distrutto. E, come
risultato, ottiene la liberazione persino in questa stessa vita.

(Siddharta Gautama detto il Buddha)

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Ciò che appare come demone, che è chiamato demone,
che è riconosciuto come demone, esiste dentro lo stesso
essere umano e scompare con lui.

(Milarepa , Yogi himalayano del XII° Secolo (1052 -1135))



La potestà dello spirito
Anche quando la sofferenza sembra provenire dal fato, in realtà non è che l’eco di un vostro agire, di allora,
che torna e vi atterrisce. Tutto quanto si ha si deve pagare. Nessuno può essere sfruttato perché non esiste il privilegio.
Voi definite privilegiato chi per certi diritti, dei quali può valersi, ha una potestà maggiore della vostra.
Ma nella realtà, il privilegiato non è tale poiché egli non si sente alcun diritto, bensì solo il dovere di beneficare.
Chi ama non ha diritti, ha solo doveri. E solo chi comprende ama; e solo chi ama può sapere; e solo chi sa ha una potestà.
Tale potestà è tanto più grande quanto più si ama, quanto più si è altruisti.

Non quando tu avrai compreso che tutti gli esseri hanno gli stessi tuoi diritti, ma quando
tratterai l'essere più umile della terra come se fosse colui che ha nelle sue mani le tue sorti.
(source: Kempis - Cerchio Firenze 77)



Chi è Dio?
il piccolo Krishnamurti lo spiega al piccolo Indiana Jones






Imparare è cambiare
Un giorno Siddharta udì un vecchio musico che diceva al suo discepolo:
" Se tendi la corda oltre misura si spezzerà ... e se la lasci troppo lenta non suonerà "
Siddharta capì immediatamente che queste semplici parole contenevano una grande Verità.
I suoi discepoli gli rimproverarono di aver abbandonato la ricerca dell'illuminazione
e perciò essi non avevano più niente da imparare. Ma Siddharta disse loro:

" Imparare è cambiare. La strada dell'illuminazione sta nella via di mezzo.
E' la linea che sta fra tutti gli opposti estremi."
(source: Siddharta Gautama detto il Buddha)


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Il karma restrittivo per madre e figlia

Come ogni estate, ero tornato da Londra per trascorre le vacanze a casa dei miei e prendere un po' di Sole. In quel periodo avevo del tempo libero da passare anche nel negozio di antichità di famiglia. Una signora amica di mia madre aveva perso la figlia Luisa di 16 anni con un banale intervento chirurgico. La signora era sprofondata in un dolore atroce. In vita erano rimasti il marito e la figlia più grande di nome Sonia che aveva 20 anni. La signora era molto legata alla figlia più piccola e si disperava. Questo dolore, come sempre accade, spinge gli esseri umani a ricercare le ragioni di tanta sofferenza e a chiedersi il perché della vita. Ogni tanto, la signora passava a trovarmi per sentire parole che potessero alleviare il suo stato d'animo. Le sue domande si basavano sempre in correlazione alla perdita di sua figlia.
- Ma esiste l'aldilà? Mia figlia dove si trova adesso? - mi chiedeva.
Con un po' di imbarazzo, cercavo di darle tutte le risposte che potevano alleviare il suo dolore. Un bel giorno si presentò in negozio con sua figlia Sonia perché volevano dirmi qualcosa. Da qualche giorno, Sonia sognava sempre sua sorella Luisa.
- La sogno mentre giochiamo insieme e corriamo nei prati. Dopo un po' lei mi dice che deve andare via perché la stanno chiamando. Deve rientrare in un bel giardino dove tutti vestono di bianco - mi disse Sonia.
Allora intervenne la mamma che raccontò:
- Quando Luisa era in vita e doveva operarsi, mi diceva in continuazione queste parole: "Mamma io vado ad operarmi, però sento che morirò. Devo rientrare in un bel giardino dove mi stanno aspettando. Lì tutti vestono di bianco e c'è tanto Amore. Ci sono fiori grandissimi con tanti colori ed io mi sento molto felice di stare lì" - poi continuò - Non fare la stupida, le dicevo... come ti vengono in mente certe cose? Invece è accaduto tutto come Luisa mi ha sempre detto.
Ci fu un attimo di riflessione da parte mia; non sapevo cosa dirle e stavo cercando aiuto dal mondo spirituale con un'intervento da parte dei miei Spiriti Guida.
- Perché Dio me l'ha tolta? - urlò con molta rabbia la mamma .
Meditai sulla mamma: vedevo una donna alta con corporatura robusta, sposata ad un uomo piccolo di statura. Una donna che in casa aveva il comando tipico di quelle antiche famiglie a conduzione matriarcale.
- Tuo marito come ha reagito? - le chiesi.
- Cosa vuoi che capisca lui del dolore di una mamma? Gli uomini servono solo per fare i figli e basta - mi rispose.
Ebbi l'intuito di rivolgermi alla figlia Sonia e, prendendole una mano, le dissi :
- Guarda adesso se puoi vedere tua sorella Luisa - e le puntai sulla fronte due dita della mano destra.
- Si vedo che è arrivata Luisa e sta al tuo fianco. - mi rispose Sonia
- Allora chiedile perché è morta così giovane. - dissi a Sonia
Con la sinistra continuavo a tenere la sua mano destra e con la mia destra a puntare due dita sulla sua fronte. La mamma si dimostrava molto interessata ad ascoltare quello che Sonia stava per ricevere dalla visione di sua sorella Luisa.
- Mi sta dicendo che lei è morta giovane perché le mancava questo periodo per completare un ciclo - disse Sonia
- Guarda cos'altro ti racconta. - dissi alla ragazza che era in veggenza.
- Luisa, in un altra vita, era stata una donna francese sposata ad un uomo che lei amava. Lui si ubriacava spesso e quando rientrava in casa la picchiava. Un giorno, mentre lei stava stirando i vestiti, lui la bastonò molte volte, allora lei per difendersi prese le forbici e lo colpì uccidendolo. Poi lei venne processata e condannata a morte. - raccontò Sonia.
La mamma cominciò a brontolare, scartando ogni possibile spiegazione logica fornita dalla figlia Sonia la quale riceveva le informazioni dalla visione astrale che aveva con l'entità di sua sorella Luisa.
- Ma che cosa stai dicendo, questa è una fandonia ! - ripeteva la mamma a Sonia
- Non disturbare Sonia altrimenti perde la visione con sua sorella Luisa - dissi.
Vedevo che la mamma era piena di rabbia e di dolore per la perdita di sua figlia Luisa. In quel preciso momento mi rivolsi al mondo spirituale dicendo col pensiero:
- Ma che relazione c'è in tutto questo col dolore che sente la mamma? - chiesi mentalmente
All'improvviso mi arrivò la voce di un Maestro spirituale:
- Quella che oggi vedi come mamma, è stato in passato il marito che la picchiava e non l'amava. - disse la voce che mi arrivò.
Compresi che era una situazione karmica. Il dolore provocato e messo in moto dal marito di ieri, stava tornando indietro a lui stesso, rinato oggi come donna per avere una esperienza di mamma; una lezione per imparare ad amare quella moglie di ieri, come mai l'aveva amata prima, nelle vesti di sua figlia di oggi. Con la perdita della stessa figlia, il karma stava riequilibrando la bilancia tramite la legge di causa ed effetto per portare la comprensione dell'Amore. Un nuovo stato di coscienza per chi arriva ad apprendere questa lezione. Pochi giorni dopo Sonia e la mamma tornarono da me perché volevano dirmi qualcosa.
- Dopo che Sonia ha avuto qui da te la visione della sorella morta , siamo andate da una signora che ha il dono della doppia vista (veggenza). Le abbiamo raccontato quello che è successo quando tu hai toccato con le dita la fronte di Sonia e la signora ci ha detto: "Solo chi possiede la Luce può fare queste cose." - mi disse la mamma
- Pensa a tua figlia con tanto amore e vedrai che ritroverai la serenità - Le dissi.
Dopo pochi giorni rientrai in Inghilterra. A distanza di un anno, quando tornai in Italia, mia madre mi disse che Sonia si era sposata, però dopo due mesi suo marito era morto all'improvviso colpito da un ictus mentre stava guidando la sua automobile. Una vera tragedia famigliare. Un karma che ancora si abbatte su questa famiglia. Dopo pochi giorni, passarono a trovarmi Sonia con sua madre.
- So già quello che è successo. Era destinato ad essere così. - dissi mentre entrarono in negozio.
Così cercai di dare una infarinatura di ciò che è il Karma dicendo alla figlia di approfondire certi insegnamenti leggendo dei libri sull'argomento. Non è facile comprendere come agisce la legge di Causa ed Effetto. Cercai di consolare Sonia portandole la forza necessaria per l'accettazione del suo dolore e per ritornare in equilibrio con sé stessa.





A cena con Cesco Ciapanna

In relazione a tutti i fenomeni paranormali che mi capitavano e riferendomi a quello sopra citato, chiesi a Cesco Ciapanna se potevamo incontraci per parlare di lavoro e di quello che stavo vivendo. Dopo pochi giorni, arrivò nelle Marche e mi telefonò invitandomi a cena. Andammo in un ristorante chiamato "Il Gambero" dove si possono gustare piatti a base di pesce. Mentre spizzicavamo i diversi antipasti, raccontai a Cesco tutti i fenomeni che mi accadevano. I miei interventi con le imposizioni delle mani su certe persone che soffrivano e la loro guarigione immediata. Le telefonate insolite di alcune entità. La cronaca della signora che aveva perso la figlia Luisa di 16 anni a causa di un banale intervento chirurgico. La visualizzazione dello spirito di Luisa dopo il tocco della mia mano sulla fronte della sorella Sonia. Mentre continuavo a parlare di tutti questi avvenimenti, l'amico Cesco non disse neppure una parola. Ogni tanto mi guardava negli occhi come se volesse esprimere il suo scetticismo e considerarmi un ciarlatano. Continuò ad assaggiare i diversi antipasti sorseggiando un po' di vino. Dalla cucina venne fuori la proprietaria con un enome vassoio di gamberi arrosto per noi. Mentre la signora ci serviva si rivolse a me dicendo:
- L'altro giorno ho incontrato Sonia e sua madre. Mi hanno raccontato tutto quello che è successo quando tu hai toccato Sonia e lei ha visto arrivare al tuo fianco sua sorella morta. La mamma non si dava pace per la perdita della figlia e quello che hai fatto le ha portato un po' di sollievo -
A quel punto Cesco cominciò a chiedere maggiori lumi alla proprietaria del ristorante sul triste avvenimento della ragazza morta precocemente. Quando la donna si allontanò, Cesco si rivolse a me molto sorpreso:
- Ma allora è tutto vero quello che mi hai detto! -
- E' da un bel po' di tempo che ti sto dicendo quello che mi succede di paranormale - gli risposi
- Io ascoltavo ma non credevo una parola di quello che mi raccontavi - disse Cesco - Pensavo che ti stessi inventando delle frottole per un secondo scopo... forse perché avevi bisogno di denaro - aggiunse.
- Quello che ti ho detto è tutto vero. Non ho necessità di mendicare denaro, ho solo bisogno di riprendere a lavorare per guadagnarmi da vivere, come una persona normale - gli risposi.
- Tutto ciò possiedo lo devo a te. - mi disse Cesco.
Così mi invitò a riprendere a scrivere per la rivista fotografare. Volle vedere le mie mani per capire meglio cosa avevo di così insolito che mi stava cambiando la vita. Le mie mani erano rosse come una bistecca ed emettevano un fortissimo calore. Allora gli scappò una delle sue battute associative alle palme delle mani:
- Sulla mano porti la palma della vittoria - mi disse.
Di sicuro, nella mente di Cesco stava passando anche qualcosa che lo faceva riflettere più profondamente. Un Giovedì arrivai in redazione a Roma verso mezzogiorno. Cesco ed altre persone stavano andando a pranzo in una trattoria della zona. Venni invitato ad unirmi a loro. Visto che avevo l'auto disponibile, Cesco salì a bordo con altre tre persone: la segretaria di redazione Francesca con suo marito e un giornalista di Milano. Altri redattori presero una seconda vettura. Durante il viaggio la signora Francesca disse che non avrebbe pranzato perché non si sentiva molto bene. Giunti al ristorante ci sedemmo in una lunga tavolata. Davanti a me capitò proprio la signora Francesca. A suo fianco vi era suo marito e poi Cesco. Arrivò il cameriere il quale annunciò subito che la specialità del giorno erano gli gnocchi alla romana. Ordinammo tutti ad eccezione di Francesca che continuava a lamentarsi per quel malessere. Allora le chiesi di prendere con la sua mano destra la mia mano sinistra. La guardai negli occhi e le trasmisi qualcosa che la fece sussultare e rimanere senza respiro. Mentre tenevo la mano di Francesca, Cesco interruppe la conversazione che stava avendo col giornalista seduto di fronte a lui e guardò cosa stavo facendo. Dopo 10 secondi staccai la mia mano da Francesca e le chiesi:
- Adesso come va? -
- Sto benissimo! Il fastidio che avevo è completamente sparito. Ho sentito un calore intenso lungo tutto il mio corpo. Adesso si che mi va di mangiare qualcosa - rispose.
La segretaria ordinò anche per lei un bel piatto di gnocchi. Cesco rimase a guardare in silenzio tutta la scena della guarigione istantanea di Francesca e poi riprese la discussione col suo interlocutore che aveva di fronte. In redazione, Cesco diventò molto riflessivo su quello che avevo fatto, cercando di capirci qualcosa come se fosse un segnale per i suoi articoli di onomanzia e di semantica. Ogni volta che arrivavo a Roma, mi prendeva in disparte per parlarmi delle sue ultime scoperte onomantiche e delle sue intuizioni. Durante i suoi monologhi si commuoveva e sbottava a piangere come un bambino. Un giorno mi confidò di sentire le voci che gli parlavano.
- E' Dio che mi parla. - mi disse ripetutamente.
Un giorno mi disse che le voci gli avevano rivelato che lui era stato l'imperatore della Cina. Un'altra volta mi chiese se sapevo con quale forza avevamo dato vita ad una rivista di successo come fotografare. Ed io gli rispondevo che avevamo pianificato tutto in astrale e che poi il mondo spirituale ci aveva dato l'appoggio necessario affinché tutto si concretizzasse sul piano fisico. Il pensiero è sempre stato determinante nella creazione delle cose. Per qualche anno ripresi a scrivere su fotografare come esterno. Poi Cesco andò per un lungo periodo in Costarica e nessuno in redazione era più in grado di affidarmi dei servizi da svolgere per la rivista. Passai 3 anni lavorando altrove. Quando Cesco tornò in Italia mi fece telefonare da una segretaria la quale mi riferì che Cesco voleva vedermi urgentemente a Roma per lavoro. Durante il nostro incontro, mi disse che avrei dovuto fare dei servizi in giro per l'Italia.
- Per fare ciò che mi chiedi c'è bisogno di comprare un'auto nuova per viaggiare - gli risposi.
Cesco prese ad urlare come un forsennato:
- Devo dare 2 miliardi di lire a mia moglie per la separazione e devo pagare 3 miliardi di lire per le tasse. Se non te ne vai... -
Come sua abitudine, stava per dire "se non te ne vai ti dò un calcio nel culo", ma continuò ad urlare più volte la stessa frase incompleta. Nel frattempo sollevai la mano destra rivolgendo il palmo verso di lui e col pensiero dissi:
- Tutto quello che stai dicendo non mi appartiene e te lo puoi riprendere indietro con tutto il mio amore. -
- Se non te ne vai... se non te ne vai... me ne vado via io. - urlò a voce alta ed usci dalla sua stanza molto innervosito
Tutti in in redazione udirono le urla di Cesco. Rimasi per circa un minuto da solo ed in silenzio, poi sentii uno dei miei spiriti guida che mi sussurrò di lasciare immediatamente quel posto. Durante il viaggio in autostrada avevo un cerchio alla testa che iniziò ad opprimermi. Passai la mano sul mio capo come per afferrare qualcosa di tetro e lo gettavo via dal finestrino dell'auto. Il disturbo scompariva all'istante ma dopo 10 minuti ritornava a far presa. Misi in atto questa tecnica in continuazione sino all'imbocco del tunnel Roma-L'Aquila . Una volta uscito dal tunnel mi accorsi che quel disturbo era scomparso completamente. La brutta forma pensiero che Cesco aveva prodotto e che stava ancora producendo a distanza verso di me non faceva più presa e veniva respinta al suo stesso creatore, come un boomerang. Contro lo Scudo Solare che avevo creato intorno a me la sua forma pensiero era diventata come una formica che (a suo dire) la forma non ha mica. La mattina seguente la segretaria mi telefonò dicendo:
- Il signor Ciapanna si scusa per quello che è successo ieri e ti prega di tornare a Roma -
- Si, ma deve chiedere scusa urlando sennò non vale - dissi alla segretaria, che si mise a ridere.
Il giorno della sua aggressione verbale, Ceschino (diminutivo di Cesco) aveva passato una notte insonne, tormentato dalla sua stessa coscienza. Quando arrivai in redazione mi accolse sorridendo e, con molta gentilezza, mi disse:
- Walter, ma ieri cosa avevi che mi trasmettivi una insopportabile sensazione di sofferenza? -
- Non avevo niente, ma mentre tu sbraitavi, davanti a me avevo messo lo Scudo Solare che rifletteva tutto quello che mi dicevi. - risposi.
Era lo specchio solare del dio Ra che (a suo dire) è la Radio. Mentre Cesco emetteva dei terribili suoni distorti, la Radio invisibile del Sole li ritrasmetteva facendoli tornare addosso a Ceschino con una radiazione (Ra Dio Azione) maggiormente amplificata. Per farglielo comprendere bene mi divertii ad usare i termini del suo stesso linguaggio.
- Ahahahaha! Davvero? - mi disse ridendo.
Queste cose Cesco le ha vissute di persona e quindi si sarà fatta un'idea ben precisa su certi poteri paranormali che mi accompagnano.

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fotografare

La più nota rivista italiana di fotografia per la quale ho dato il mio contribuito alla
sua fondazione nel 1967 e alla cui realizzazione ho lavorato per molti anni.
Non è stato facile convincere Cesco Ciapanna a trasferirsi da Milano
a Roma ed intraprendere insieme questa avventura editoriale nel 1967.
Senza la mia persuazione la rivista "fotografare" non esisterebbe.

I fondatori della rivista fotografare:



Cesco Ciapanna - Walter Torquati - Carla Alberti

Nessuno considera la possibilità di altre varianti:
"Se non fossi mai nato non esisterebbero le riviste come fotografare, Almanacco fotografare, Fotopratica, Tuttifotografi, Reflex, Il Mio Cavallo ed altri periodici creati da ex-direttori di fotografare dove si sono fatti le ossa Non ci sarebbe la villa di Fiano né quella di Orvieto, né la Finca in Costarica e neppure gli amministratori e certi Fattori di campagna (quelli con le scarpe grosse e il cervello fino). E non esisterebbero i redattori e gli impiegati di fotografare. Vedete come può essere importante la nascita e la vita di una persona? Una singola vita connessa con le vite di altri. Siamo tutti collegati come perle di un'unica collana. Alcuni lo hanno dimenticato ed altri non lo sapevano... però adesso lo sanno anche loro".
C'è sempre qualcosa da imparare nella vita.

E' come nel film natalizio del 1946 diretto da Frank Capra e interpretato da James Stewart
"La vita è meravigliosa" (It’s a Wonderful Life), dove un angelo arriva per mostrare
a James Stewart cosa sarebbe successo se lui non fosse mai nato.


Guarda il film La vita è meravigliosa






La storia delle 1.000 lire



Nel 1962 avevo in tasca 2.000 lire. Dopo pranzo dovevo incontrarmi con Cesco al Caffé Florian della nostra città. Alle 14,30 ero già sul posto perché dovevamo andare a fare alcune fotografie. Arrivò Cesco un po' turbato e mi disse che suo padre lo aveva cacciato di casa senza farlo pranzare e che dovevamo rimandare le foto ad altra data. Disse pure che non aveva una lira e che crollava dalla fame. Presi le 2.000 lire e gli dissi che quello era tutto ciò che avevo. Prelevò dal palmo della mia mano soltanto mille lire per non lasciarmi al verde. A quei tempi con 1.000 lire ci compravi 10 Kg di pane. Mi ringraziò più volte dicendomi che non si sarebbe dimenticato di ciò che avevo fatto. Vedere lo stato di turbamento di Cesco cambiarsi in serenità era già una gioia per entrambi.
Nel 1968 eravamo insieme a Roma nella rivista fotografare. Per cena decidemmo di andare in una trattoria di Campo dei Fiori dove si mangiava un buonissima coda alla vaccinara. Eravamo in tre: Cesco sua moglie Carla ed io. Ci sedemmo all'aperto ed ordinammo la cena. A quei tempi si mangiava in trattoria con circa 2.500 lire. Poco distante, sulla strada, vi era un anziano signore che suonava il violino. Era dignitosamente vestito, di aspetto magro, in compagnia di una donna anziana dai capelli bianchi che probabilmente era la sua consorte. Mentre il vecchio musicista suonava egregiamente, la sua compagna si avvicinava ai tavoli per mendicare qualcosa. Guardai quei due individui ed intuii il loro dignitoso disagio. Dentro il mio spirito si manifestò tanta compassione che provocò un immenso amore impersonale per le due persone anziane. Quando la signora si presentò presso il nostro tavolo, la moglie di Cesco , mise 100 lire nel piattino e la donna ringraziò. Con senso di pudore, per non offendere la loro dignità, presi un biglietto da 1.000 lire che avevo piegato più volte sotto il tavolo per non farlo notare. Quando lo depositai nel piattino, il biglietto cominciò a riaprirsi e la signora anziana non la smetteva più di ringraziarmi. Cesco e sua moglie Carla videro che avevo donato quelle mille lire ed entrambi mi dissero:
- Ma che sei matto a dare tutti quei soldi? -
- Non mi importa delle 1.000 lire. I soldi adesso non mi mancano. Hanno diritto anche loro a mangiare ed oggi li ho resi felici - risposi
Ma la gioia più grande era stata nel vedere la felicità dei due anziani. Il violinista venne vicino al nostro tavolo e ci dedicò un romantico pezzo di musica con molto entusiasmo. Ci sentimmo molto imbarazzati perché le altre persone guardavano verso di noi mentre il musicista si esibiva al nostro tavolo. Inoltre, Cesco non vedeva l'ora che terminasse di suonare per mangiare indisturbati. Finito il brano, lo stesso Cesco ringraziò più volte pur di mandarlo via. I due anziani andarono a sedersi ad un tavolo più distante ed ordinarono qualcosa da mangiare. Agire con Amore altruistico riempie di Luce lo spirito di colui che dona con amore. Come nelle fiabe, quel giorno vissero tutti felici e contenti. Quei soldi donati erano le stesse 1.000 lire che diedi a Cesco nel 1962 al Caffé Florian. Bisogna imparare a crescere con lo spirito e non con il corpo fisico tenendosi in tasca il portafoglio. Il corpo passa ma lo spirito rimane con la sua esperienza vissuta. In questa concezione dell'aiutare, l'amore assume forma impersonale, amore per il Tutto, amore privo di passionalità: il concetto del vero Amore.

"Che ci vuoi fare? Questo è il mio motto: Do good and disappear ( fai del bene e sparisci )."

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La dinamica del karma

 Come è di moda questo termine in Occidente! E come si usa a sproposito! Il karma è sinonimo di destino, di punizione, di prova; mentre, in effetti, il karma è attività: è né più né meno che un effetto, parte di quella catena di cause, tanto cara ai deterministi, che muove la vita degli esseri.    

 Karma quindi è tutto: non è solo l'evento eccezionale che muta inaspettatamente e involontariamente la vita. Karma è il mal di pancia del goloso, è la muscolatura dell'atleta allenato, è il biondo dei capelli che la signora si è decolorati, è il germoglio del seme seminato nel terreno fertile, e via e via.    

Il karma non è destino, se con ciò s'intende qualcosa che accade senza spiegazione e senza volizione; non è punizione perché, in sé, non è né buono né cattivo, ma della stessa natura della causa di cui è effetto. A conferma di ciò cito l'affermazione dei naturalisti secondo cui la vita della natura è incomprensibile se non si ammette il principio di  causalità, cioè se non si postula che mantenendo, modificando, sopprimendo la causa, si modifica, si mantiene, si sopprime l'effetto.

Il karma non è prova; semmai è insegnamento, perché completa l'esperienza promossa, e, dall'esperienza, si impara. 

 

Come funziona il karma?

Questo filmato è una breve sintesi per far capire come funziona il karma (la legge di causa ed effetto).
Prima di fare un'azione occorre meditare per bene quello che si vuole fare. Potremmo danneggiare altri e noi stessi.  



Clicca la foto per vedere il filmato

 

Il karma e la coscienza

Dicendo che karma è attività, azione, si può erroneamente credere che riguardi solamente la materia, il piano fisico. Ho detto prima che esiste una catena di cause e di effetti per ogni mondo e quindi per ogni tipo di attività dell'uomo: per quella fisica, per quella di sensazione, per quella pensativa e così via. Quel "così via" sta per mondo del sentire, per coscienza dell'uomo, vero bersaglio e fonte del karma, perché è qui che si ripercuotono, si incidono le esperienze, è da qui, dalla sua eventuale carenza o ricchezza, che l'uomo indirizza se stesso verso certe esperienze od altre.

 Il karma, quindi, è solo una situazione esteriore nella misura in cui essa serve a produrre quel fermento interiore che dona comprensione e, quindi, coscienza. E' logico che sia così. Ogni attività non è mai solo di un mondo: per esempio l'azione fisica è preceduta, accompagnata, seguita da sensazioni e pensieri, ed è promossa o permessa dal sentire, dalla coscienza dell'uomo, perciò l'effetto deve essere globale, andando poi a colpire il fulcro dell'individuo, quello da cui ha origine il mondo di essere, il vero responsabile dell'attività individuale.

Tutto avviene in modo molto semplice nella dinamica, anche se, nel dettaglio, il karma è stato assimilato ad una corda formata da moltissimi fili.    

Supponiamo che Tizio sia avaro. Intanto, lo è perché la sua coscienza non è costituita a tal punto da impedirgli di esserlo. Dico così genericamente perché le ragioni dell'avarizia possono essere molte: per esempio bisogno di accumulare per ricercare la sicurezza, mancanza di generosità nei confronti degli altri, e via e via. Comunque tutte le ragioni si annullano in un anelito di altruismo: infatti, il fine è questo, che l'insieme delle esperienze, dei karma, insegnano. 

 Il nostro avaro penserà da avaro, desidererà da avaro, agirà da avaro, cioè alimenterà una catena di cause in cui ogni genere di attività umana è improntata all'avarizia: attività fisica, di sensazione, di pensiero. L'effetto delle sue attività non poteva che ripercuotersi a livello fisico, astrale e mentale. In che modo si ripercuoterà? Qui, per rispondere, si deve conoscere la ragione dell'avarizia, al di là della mancanza di altruismo. Supponiamo che sia non voler dare agli altri, desiderare di accumulare per essere più degli altri. Le cause mosse lo porteranno, come effetto, in situazioni da cui capirà che non serve avere un desiderio smodato di beni e di ricchezze. Tale comprensione scaturirà, per esempio, dal vivere in una successiva vita una situazione in cui egli vivrà l'avarizia di un suo simile e ne sarà la vittima. 

A quel punto egli ha imparato a non essere avaro ma non ha superato il desiderio di essere più degli altri. Di conseguenza avrà un'altra vita in cui, per esempio, crederà di raggiungere la considerazione e la valutazione altrui essendo prodigo. E così via. Ecco la catena deterministica delle cause di cui quello che si chiama karma fa parte. Ma tutto è karma.    

 Molti credono che il karma si provochi facendo una scelta errata, consci però di errare, e che solo allora si muova la causa che richiamerà l'effetto doloroso. Una tale visione sarebbe giusta se il dolore fosse punizione, ma così non è: il fine del karma è di dare quella coscienza la cui mancanza fa essere l'individuo in modo non armonico alla realtà di unione del Tutto. Siccome la mancanza c'è tanto che uno ne sia consapevole quanto che non lo sia - anzi, semmai chi non ne è consapevole è ancora più carente - è chiaro che non ha nessuna importanza, agli effetti del karma, che lo si sia richiamato consapevolmente o meno.    

 Gli aspetti principali della legge di causa-effetto si possono riassumere come segue:

 1. Ogni attività promossa o indotta o liberamente avviata reca con sé un effetto.

2. Tale principio vale per il mondo fisico, per quello delle sensazioni, per quello del pensiero; insomma per ogni mondo e per ogni categoria di fenomeni.

3. L'effetto è della stessa natura della causa ed  è strettamente legato ad essa.

4. Si creano cause tanto volontariamente quanto involontariamente, perché l'accadere dell'effetto non è subordinato alla consapevole consumazione della causa.

5. L'effetto ricade su chi ha mosso la causa.

6. L'effetto ricade col fine di dare coscienza al soggetto che lo promosse.

7. L'effetto ricade quando il soggetto è pronto a comprendere, cioè quando il soggetto, dall'effetto, trova la coscienza che gli mancava.

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Oltre la Vita
film su una vera esperienza di pre-morte
che porta a molte riflessioni






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Momenti di vita con esperienze paranormali
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